La malattia professionale è per definizione un qualsiasi stato morboso direttamente dipendente dallo svolgimento di un’attività lavorativa, che può essere di qualsiasi genere. La presenza di fattori incidenti con lo stato di salute diversifica la malattia professionale dall’infortunio che è un evento traumatico improvviso.
Negli ultimi anni si è riscontrato un aumento delle denunce di malattie professionali grazie ad una maggior presa di coscienza da parte dei datori di lavoro, dei medici competenti e degli stessi lavoratori. A tal proposito la registrazione, l’elaborazione e l’analisi dei dati raccolti ha permesso di evidenziare i fattori di rischio e di potenziare le misure di prevenzione.
Il Ministero del Lavoro in collaborazione con l’INAIL, il Ministero della Salute e le varie Regioni e Province ha elaborato un piano nazionale di prevenzione per informare tutti i soggetti coinvolti mediante la realizzazione di corsi di formazione. Un ruolo importante per contrastare le malattie sul lavoro è svolto proprio dalla medicina del lavoro, che si occupa della formazione dei lavoratori e della sorveglianza sanitaria.
Che cos’è la malattia professionale?
La malattia è una patologia dovuta ad una causa prolungata nel tempo che agisce sull’organismo. Per potersi parlare di malattia professionale è necessario esista un rapporto causale tra il rischio professionale e la malattia insorta.
Secondo quanto stabilito dall’ INAIL il rischio può essere provocato dal tipo di lavoro svolto o dall’ambiente di lavoro. La malattia professionale è una malattia che si manifesta in maniera lenta e progressiva, per cui è spesso difficile fare una diagnosi immediata.
Una malattia può definirsi professionale in presenza di due caratteristiche e più nello specifico dal fatto che sia causata dall’esposizione a determinati agenti e dal fatto che il rischio di malattia sia stato prolungato nel tempo.
Denuncia di malattia professionale
L’INAIL, che è l’ente preposto per gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, mette a disposizione sul suo sito e più nello specifico nella sezione open-data i dati analitici delle denunce di malattie professionali per valutare l’andamento in base al genere e alle ragioni.
Per quanto riguarda le malattie professionali, i dati del primo trimestre 2023 riportano che c’è stato un aumento del 25% delle denunce rispetto allo stesso periodo del 2022 e più nello specifico si sono registrati 3647 casi in più.
Il bollettino dell’INAIL del periodo gennaio-marzo 2023 corredato da tabelle e grafici riporta l’analisi e l’andamento delle denunce con particolare riguardo al genere di lavoratore e al tipo di patologia. In base ai dati rilevati è possibile stabilire che c’è stato un aumento del 25% delle denunce dei lavoratori delle industrie e dei servizi, del 21% nel settore agricoltura e del 73% tra i lavoratori statali.
Le denunce presentate dai lavoratori italiani sono aumentate del 23,9%, quelle dei comunitari del 12,8% e quelle degli extracomunitari del 56%. In riferimento alle malattie professionali il numero più alto di denunce è per le patologie del sistema muscolo-scheletrico, seguite da quelle del sistema nervoso, dell’orecchio, dell’ apparato respiratorio e infine dei tumori.
La denuncia di malattia professionale da inoltrare all’INAIL deve contenere i dati del lavoratore e dell’azienda, il luogo e il settore di lavoro. Ancora devono essere indicati l’orario di lavoro e la retribuzione e deve essere corredata da una certificazione medica. Il riconoscimento di malattia professionale dipende dall’esito della visita della commissione medica dell’INAIL di competenza territoriale.
Qual’è l’indennità della malattia professionale?
L’indennità di malattia professionale viene corrisposta dall’INAIL a partire dal quarto grado successivo alla manifestazione della malattia. Nello specifico corrisponde al 60% della retribuzione giornaliera per i primi 90 giorni, poi diventa del 75% a partire dal 91° giorno. In base al tipo di patologia l’INAIL può inoltre fornire cure termali, cure ambulatoriali, protesi, presidi o anche assegni nel caso si renda necessaria un’assistenza personale continuativa.
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