
Lo studio ha preso in esame 68 pazienti ed è stato eseguito come trial clinico randomizzato. Il primo gruppo di pazienti è stato trattato con una soluzione orale al 3% di acqua ossigenata due volte al giorno, mentre il gruppo di controllo è stato trattato con lavaggi con soluzione salina sempre due volte al giorno.
I dati sono stati raccolti attraverso uno specifico questionario, definito Modified Clinical Pulmonary Infection Score (MCPIS), il quale prevedeva l’analisi di temperatura corporea, numero di globuli bianchi circolanti, secrezioni polmonari, relazione fra la pressione dell’ossigeno arterioso rispetto a quello inspirato e radiografia del torace.
Ad ognuno di questi cinque elementi poteva essere assegnato un punteggio massimo di due ed un punteggio complessivo maggiore o uguale a sei è stato considerato come indice di polmonite associata a ventilatore.
Risultati dello studio
Al termine dello studio si è osservato che l’incidenza della polmonite associata a ventilatore è inferiore nei pazienti trattati con acqua ossigenata (14,7% contro 38,2% per i non trattati). Non sono state rilevate differenze nei fattori di rischio fra i due gruppi.
La conclusione dello studio è che il trattamento con acqua ossigenata è un buon metodo per prevenire l’insorgenza della polmonite associata a ventilatore nei pazienti ricoverati nel reparto di terapia intensiva.
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