La tecnica Meaw valuta l’inclinazione del piano occlusale e serve a riposizionare la mandibola sul piano sagittale e traversale nella posizione corretta all’interno del compartimento articolare. Sulla base di una corretta analisi funzionale è possibile in molti casi gravi evitare trattamenti estrattivi o chirurgici.
La tecnica è stata creata dal Professor Sadao Sato, Professore in ortodonzia presso il Dipartimento di Crescita e Sviluppo craniomandibolare dell’Università Yokosuka – Kanagawa – Giappone.
Il focus dell’insegnamento del Prof. Sato è la diagnosi e il trattamento ortodontico delle malocclusioni complesse mediante il controllo del piano occlusale con il Multiloop Edgewise Arch Wire (MEAW).
L’approccio con il MEAW è un mezzo tecnico con il quale ottenere eccellenti risultati. Per poter realizzare una diagnosi corretta e un piano di trattamento appropriato, la cosa veramente importante è riconoscere la genesi delle malocclusioni e comprendere il ruolo chiave dell’occlusione. Questo approccio consente il trattamento ortodontico di molte disfunzioni del sistema masticatorio altrimenti gestibili solo in modo chirurgico e/o estrattivo. Il piano occlusale è infatti uno dei parametri più importanti per la funzione dell’organo masticatorio. La mandibola si adatta funzionalmente a questo piano, per cui ogni cambiamento di quest’ultimo influenzerà la posizione della mandibola e il rapporto con la cornice scheletrica (Denture Frame).
Quindi il Meaw è propriamente una tecnica ortognatica e non solo ortodontica. Questo è reso possibile con l’arco Meaw utilizzato in associazioni con degli ausili.
La tecnica Meaw si usa nel trattamento dei pazienti affetti da disordini dell’articolazione temporo-mandibolare e, nei casi indicati, per la risoluzione di problemi ortognatici associati a riabilitazione protesica o implantoprotesica. Il paziente viene trattato per sintomatologia algica ”alta”: cefalea, dolori dell’articolazione temporo-mandibolare vicini all’orecchio, instabilità della colonna cervicale, problemi della deglutizione, instabilità motoria (piccole vertigini), sindrome di Eagle e “bassa” posturale: del rachide o dell’appoggio podalico.
La diagnosi presupposto del trattamento si basa sui principi dell’analisi funzionale clinica:
– visita gnatologica (secondo R. Slavicek);
– esame delle arcate in articolatore in reference;
– condilografia elettronica;
– cefalometria secondo il criterio proposto dal Prof. Sadao Sato.
Il criterio di conduzione della terapia si divide per due grandi tipologie: alto o basso angolo e, nei casi di prima/seconda/terza classe, con o senza affollamento.
La tecnica Meaw si fonda sull’interpretazione dell’importanza dell’inclinazione del piano occlusale e della discrepanza posteriore per la genesi delle dignazie che per il “Meaw” è dovuta a rototraslazione mandibolare che il Meaw può correggere. La flesso estensione del cranio è alla base dell’interpretazione del grado di inclinazione del piano occlusale e del conseguente posizionamento mandibolare nella crescita facciale.
La MEAW è sicuramente una tecnica ortodontica molto efficace ed innovativa, con grandi potenzialità, che trova indicazione particolare nelle disgnazie complesse, complicate o meno da problematiche temporo-mandibolari, o ad alta percentuale prognostica chirurgica.
L’originale procedura diagnostica alla base della tecnica MEAW segue i dettami della scuola gnatologica Slavicek basata sull’utilizzo dell’axiografia, della cefalometria e del montaggio in articolatore individuale. Il concetto cardine dell’axiografia stabilisce che, attraverso la localizzazione primaria dell’asse cerniera, è possibile tracciare guide traslatorie, non influenzate dalla rotazione durante i movimenti. Questo concetto di un tracciato co-lineare all’asse fu presentato dal Prof. Slavicek nel 1976. Eliminare la distorsione dovuta a movimenti con rotazione combinata a traslazione, ha reso possibile anche il confronto dei tracciati e quindi l’impiego di questo esame per la diagnostica. L’axiografia , effettuata con un cucchiaio para-occlusale, rileva i movimenti condilari di protrusione, retrusione, mediotrusione destra e sinistra e un calcolo matematico, oggi svolto dal software, rende possibile adattare i valori ottenuti ai vari articolatori. Con l’axiografia possono essere visualizzati anche i movimenti funzionali e parafunzionali come masticazione, fonazione, deglutizione, bruxismo e valutarne il comportamento articolare. In definitiva, l’axiografia riveste un ruolo importante nella diagnosi ma acquista significato solo se inserita e valutata nel contesto clinico generale.
Confrontare curve di pazienti sani con curve di pazienti disfunzionali, permise di creare un sistema di riferimento per poter fissare i parametri diagnostici differenziali. Essenziale è disporre di un sistema di coordinate (x,y,z) e di un piano di riferimento definito da Slavicek come piano axio-orbitale. Questo stesso piano viene utilizzato anche nella programmazione degli articolatori adatti e permette anche di trasferire il tracciato condilare nel tracciato cefalometrico laterale.
Perché utilizzare la tecnica MEAW:
- Trattamento ortodontico prevedibile nei casi complessi
- Successo nel trattamento dei pazienti disfunzionali
- Trattamento non traumatico: si evita la chirurgia ortognatica e l’estrazione dei premolari
- Trattamento ortodontico che richiede solo pochi mesi di gestione e che è stabile per la vita intera
- Trattamento precoce innovativo, con un forte impatto sulla crescita scheletrica
- Trattamento ortodontico che evita le forze extra-orali e applicazioni removibili
- Trattamento efficace nei problemi di sonno e di respirazione
- Il trattamento migliora i problemi di postura e i sintomi della ANS
- Il trattamento migliora la qualità complessiva della vita dei pazienti
In vari tipi di malocclusioni il trattamento è funzionalmente stabile:
- Malocclusioni Open bite;
- Casi complessi di III Classe;
- Caso di malocclusione complessa di II Classe;
- Grave affollamento;
- Dislocazione laterale della mandibola;
- Pazienti con disfunzioni TMJ.
La tecnica MEAW offre quindi diversi vantaggi per l’ortodontista:
- Nessun ricorso alla chirurgia ortognatica;
- Si evita l’estrazione dei premolari;
- Si evitano complicazioni meccaniche e non ci sono forze extra-orali;
- Meccaniche semplici;
- I tempi del trattamento sono più ridotti per il paziente rispetto ai trattamenti ordinari;
- Eccellenti risultati per l’estetica del paziente: questo perché, quando la funzionalità è corretta, il risultato estetico viene di conseguenza;
- Pazienti fidelizzati grazie ai risultati, e che diventano poi testimonial presso altri potenziali pazienti;
Dott. Piero Simeone, Specialista in Odontoiatria
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